La disfida dei Ciusi e dei Gobj propone la rappresentazione di un'antica contesa tra Trento e Feltre, creando un gioco tra due squadre, che si contendono “la polenta”, simbolo di benessere e abbondanza.
Non crediate sia solo un gioco! La disfida è uno spettacolo per chi la guarda e una rievocazione per chi la vive, per chi veste i panni dei Ciusi e dei Gobj e lotta per difendere o conquistare, a seconda della fazione, la polenta. Un appuntamento che è entrato nel cuore dei trentini e che speriamo resti nei ricordi dei turisti che hanno avuto l’occasione di assistere allo spettacolo.
La storia racconta che nel VI secolo Ciusi e Gobj si scontrarono dando vita a un evento rimasto nelle memorie tanto dei trentini quanto dei feltrini. Al punto che, in modi e forme diverse, quella contesa fu rappresentata regolarmente fino alla metà del XIX secolo. Poi la tradizione andò persa. A partire dal 1984 il Comune di Trento la ripropose. Dal 1989, anno in cui fu costituita la Confraternita dei Ciusi e dei Gobj, la disfida è tornata ad essere un appuntamento annuale atteso non solo dai cittadini di Trento ma anche da tantissimi visitatori incantati dallo spettacolo che va in scena
Da cosa nascono le guerre? Dalle lotte al potere o dalla fame, di solito. In questo caso fu la carestia a dare vita a una battaglia rimasta negli annali. Trento, VI secolo d.C. Re Teodorico invita gli abitanti della vicina Feltre in città per chiedere loro di costruire le mura di protezione. Questi però, stremati dalla carestia e allettati dai riforniti granai di Trento, tentarono di saccheggiare i granai. Scoperti, andò in scena un epico combattimento, al termine del quale i feltrini furono sconfitti e cacciati oltre confine. Per non dimenticare la lezione si decise di dare vita ogni anno a una rappresentazione che facesse rivivere il rischio subito da Trento. La rievocazione della disfida fu inizialmente a solo appannaggio dei nobili: venivano composti due schieramenti con 150, a volte anche 200 partecipanti ognuno. Oggi sono circa 100 i confratelli che animano l’antica mascherada.
La Mascherada dei Ciusi e dei Gobj si sviluppa nella lotta tra la fazione dei Gobj, aiutati dalle loro donne, le Strozzere, e la fazione dei Ciusi.
Sotto l’occhio vigile e attento degli “Arbitri”, che devono mantenere la calma e far rispettare le regole del gioco anche infliggendo punizioni e penalizzazioni, le due schiere si contendono la polenta preparata dalle strozzere, disponendosi nel seguente modo: i Gobj formano un cerchio a difesa del paiolo abbrancandosi vicendevolmente alle corde di cuoio saldamente cinte attorno alla loro vita, volgendo le terga al paiolo stesso; al centro del cerchio prendono posto le strozzere, armate di grandi ramazze che servono per difendere la loro polenta dagli assalti. I Ciusi devono disporsi in fila indiana a gruppetti di cinque, per cercare, nel rispetto delle regole del gioco, di rompere la catena degli avversari al fine di rompere il cerchio per conquistare la polenta.
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